storia

Storia di un telescopio

 

L'idea di Giovanni Silva di fornire l'Università di Padova di un grande telescopio, di dimensioni paragonabili a quelle del massimo strumento europeo allora esistente (un telescopio costruito all'Osservatorio di Berlino-Babelsberg e trasportato nel 1946 in Crimea come bottino di guerra) trovò terreno fertile per la sua attuazione quando a coprire la carica di Rettore fu chiamato Carlo Anti. Nel 1933 il progetto ebbe l'approvazione del Duce: eravamo allora nel ventennio fascista. Una Commissione composta da Emilio Bianchi (Presidente del Comitato astronomico del Consiglio Nazionale delle Ricerche), Giorgio Abetti (Direttore dell'Osservatorio di Arcetri) e Giovanni Silva, prese in considerazione diverse località dove poter far sorgere la succursale dell'antico Osservatorio patavino. Sulla base di rilevamenti meteorologici, eseguiti sotto la guida di Giuseppe Crestani e protratti per quasi due anni, l'altopiano di Asiago fu scelto come sede per il nuovo telescopio in costruzione alle Officine Galileo, per la quota, le poche luci allora presenti, la buona percentuale di notti serene.
La progettazione architettonica fu affidata dall'Ufficio Tecnico dell'Università di Padova a Daniele Calabi, che in seguito dovette fuggire negli Stati Uniti per le persecuzioni razziali del regime: non fu presente all'inaugurazione e nemmeno citato nei discorsi ufficiali.